SCIENZA IN CORTILE

PROMEL è per la #Giornata_Nazionale_dello_Spazio che si terrà il 16 dicembre

Sbirciando (da terra) i PHA e l’evoluzione della missione DART 
Asteroidi potenzialmente pericolosi (PHA): come si studiano e la missione Dart della NASA contro DIDYMOS.

Non tutti sanno che ci sono alcune migliaia di “sassi spaziali” che intersecano continuamente nel loro girovagare nello spazio, l’orbita terrestre viaggiando a velocità di 20/30mila Km/h. Questa caratteristica gli conferisce la classificazione di PHA: potentially hazardous asteroids.
Il primo esperimento di difesa planetaria da asteroidi potenzialmente impattatori (non solo pericolosi oggi ma anche nei prossimi decenni) è stato compiuto dalla NASA il 27
Settembre ‘22. Il programma prevedeva di far precipitare un satellite artificiale verso Dimorphos (piccola luna orbitante di Didymos) e studiare la capacità tecnologica di deviazione. Infatti la deviazione di asteroidi (e non la loro distruzione) è la metodologia più sicura da intraprendere perchè evita la pericolosa frammentazione. Il piccolo cube- sat dell’Agenzia Spaziale Italiana ha ripreso tutto in diretta.

L’esito della missione è stato sorprendentemente positivo: in particolare è stato raggiunto un rallentamento del periodo di rotazione di Dimorphos di ben 32 minuti fornendo così agli scienziati dati preziosi sulle dinamiche dell’impatto su questi corpi (agglomerati eterogenei sassosi in quasi assenza di gravità) ad oggi non completamente note.

 

Il cluster-telescope utilizzato all’osservatorio L73 per lo studio degli asteroidi PHA è un sistema di più tubi ottici di cui il principale è di 0,51m di diametro e luminosità f3.6. E’ pensato per la ricerca amatoriale seria ed è nato dal confronto di specialisti nel settore e PROMEL. E’ dotato di sensore CMOS ad elevato frame-rate a largo campo (FOV-field of view) di circa mezzo grado e GPS integrato per garantire estrema precisione astrometrica e cronometrica nell’acquisizione di eventi rapidi (occultazioni stellari da parte di asteroidi da combinare con quelle di altri osservatori) o l’inseguimento di asteroidi NEA (near earth) tipicamente veloci. Una ruota portafiltri robotizzata consente di effettuare fotometria in varie bande per la classificazione tassonomica (composizione chimica) degli asteroidi.

 

Ed ecco come si misura un PHA da terra col telescopio dall’osservatorio L73: l’asteroide prosegue il suo moto proprio e viene continuamente misurata la posizione rispetto all’orario (astrometria) per cogliere – nei mesi a seguire – eventuali cambi dei parametri orbitali. Qui sotto il recente passaggio radente di 2005LW3 che ha lambito la Terra passando poco oltre la luna. Notare nel video l’elevatissima velocità dell’asteroide che entra nel campo in basso a destra. A volte anche la nostra luna è impattata da asteroidi ed è possibile registrare l’evento da terra.

L’asteroide Didymos, dopo l’impatto della sonda DART viene monitorato (qui ripreso dall’osservatorio K83) per cogliere eventuali rallentamenti della sua luna mentre compare la novità della chioma di polveri sollevate in assenza di gravità che fanno «cometare» l’asteroide rendendolo, ad oggi, un oggetto celeste «unico».

Video di Output restituito.